Dal mese di settembre, quando Alessandro Giuli è stato nominato Ministro della Cultura, il museo è senza un direttore
Vincenzo Trione, saggista, storico e critico d’arte italiano, ha scritto un editoriale sul futuro del Maxxi, il museo nazionale delle arti del XXI secolo. La sede, progettata dall’architetta Zaha Hadid e gestita dall’omonima fondazione del Ministero per i beni e le attività culturali, è stata costruita nel quartiere Flaminio di Roma. Dal 2010 vengono proposte iniziative nelle due sezioni dedicate all’arte e all’architettura, ma da quando Alessandro Giuli è stato nominato Ministro della Cultura, la struttura è ancora senza un direttore. Maria Emanuela Bruni è stata nominata la nuova presidente della Fondazione MAXXI ad interim, ma si tratta di un ruolo di reggenza in attesa della nuova nomina.
Per il finalista del Premio Costa Smeralda è «una vacatio tanto lunga quanto grave, sulla quale è sceso un colpevole silenzio». La decisione, secondo l’autore, sta influendo in maniera profonda non solo sulla programmazione futura ma anche sull’identità stessa del museo. «La mancanza di un vertice saldo impedisce di avviare progetti di lunga durata; alimenta diffidenza nei possibili partner stranieri; rischia di indebolire ulteriormente un museo uscito dai circuiti internazionali, sempre più simile a un personaggio in cerca d’autore», ha scritto Vincenzo Trione.
In un limbo come quello in cui si trova il Maxxi il Ministro ha comunque un’occasione importante. Un’opportunità per azioni forti, chiare, e di spessore per cambiare volto al museo d’arte contemporanea romano. Il Ministro Giuli, afferma Trione, si trova dunque a un bivio. Decidere il nuovo presidente sulla base dell’appartenenza politica. «Oppure, muoversi in maniera libera e laica, nel rispetto della centralità delle istituzioni, premiando le competenze in un settore che non ammette approssimazioni né dilettantismi né servilismi».
Riccardo Lo Re