La finalista del Premio Costa Smeralda è intervenuta in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la transfobia e la bifobia
La forza delle parole è così grande che possono davvero cambiare il mondo. Ce lo ha insegnato in queste settimane Vera Gheno che con il suo Parole di altro genere è stata scelta tra le scrittrici finaliste del Premio Costa Smeralda. Il suo libro è un arazzo sul femminismo citando le sue parole nell’intervista che ci ha rilasciato nei giorni scorsi. Nel cercare le pagine più significative delle autrici del passato ha di fatto scritto una sua autobiografia avendo trovato qualche cosa di lei negli scritti presenti nel libro. Ma come sempre bisogna stare attenti ai fili che non sono stati ancora intrecciati. Parole che devono ancora essere inserite nel nostro vocabolario del futuro.
In occasione della Giornata Internazionale contro l’omofobia la saggista e sociolinguista è intervenuta sul Corriere della sera trattando proprio di questi temi. Secondo una ricerca per il 77% degli italiani le persone transgender hanno subito discriminazioni (Ipsos). E non sono mancate aggressioni durante le manifestazioni Pride che si sono tenute in Italia tra aprile e settembre 2022 (Ilga Europe). Questi numeri vanno per forza sostituiti con le parole giuste in modo da avere una maggiore coscienza di quanto un termine possa contribuire a preservare i diritti altrui.
Babbel, la piattaforma leader nell’apprendimento delle lingue, ha scelto di scendere in campo insieme a Spazio Aperto Servizi e al Comune di Milano. Il risultato è la nascita del progetto Casa Arcobaleno. Un’iniziativa che unisce inclusione e linguaggio in modo da sensibilizzare il cittadino sulla centralità della parola.
«Lingua, mente e realtà si possono dare man forte a vicenda – afferma la sociolinguista Vera Gheno al Corriere – .In questo senso, stare più attenti alle parole che si usano può favorire un cambiamento sociale e culturale. Iacopo Melio nel libro È facile parlare di disabilità, dice che magari le parole non cambieranno direttamente la realtà, ma possono contribuire a fartela vedere in maniera differente. E quando vedi la realtà in maniera differente, ti può venire voglia di cambiarla».
«Le rivendicazioni per l’inclusione di genere e per i diritti della comunità LGBTQIA+ passano anche attraverso l’uso quotidiano che facciamo della lingua. Le parole nel dibattito contemporaneo hanno il peso di definire e di etichettare il mondo, ma dovrebbero avere soprattutto il potere di riconoscere e includere, motivo per cui noi di Babbel ci prendiamo molta cura dei nostri contenuti».
conclude Gianluca Pedrotti, Principal Learning Content Creator di Babbel.
Riccardo Lo Re