A partire dalla poesia di Salvatore Quasimodo, il giudice del Premio Costa Smeralda ha affrontato il tema del tempo e dell’identità
“Nel fiele delle crete, nel sibilo dei rettili, il forte buio che sale dalla terra abitava il tuo cuore...”. Così inizia la poesia Spiaggia Sant’Antioco del poeta Salvatore Quasimodo, dedicata all’omonima isola situata nel territorio del Sulcis-Iglesiente, nel sud della Sardegna. Sant’Antioco offre ai suoi visitatori spiagge incantevoli, oltre che diversi siti di interesse storico come il Museo Archeologico, diverse necropoli e la Basilica dedicata al santo. Ma l’isola non è importante solo per questo, infatti è anche il luogo di nascita di Stefano Salis, presidente della giuria del Premio Costa Smeralda.
È proprio per questo motivo che il giornalista ha portato per lungo tempo con sé una copia della poesia del poeta siciliano all’interno del suo portafogli. Con un articolo pubblicato sul sito del quotidiano Il Sole 24 Ore, il presidente della giuria del Premio Costa Smeralda ha così voluto omaggiare la sua isola, spiegando l’importanza della Spiaggia Sant’Antioco e il legame profondo che unisce questa poesia alla sua identità sarda.
Qui dove dorme verde l’aria
La letteratura, e la poesia in particolare, hanno il potere di risvegliare le emozioni più profonde dell’animo umano, soprattutto quando si tratta di ricordi d’infanzia e di momenti speciali vissuti durante gli anni di formazione. L’articolo di Salis offre una profonda riflessione sul concetto di cambiamento e sull’incessante scorrere del tempo. Nonostante il passare degli anni abbia apportato modifiche sia all’autore sia all’isola stessa, la poesia di Quasimodo, così come il fortuito ritrovamento di un osso di seppia sulla spiaggia di Cussorgia, si collega ai ricordi e all’identità sarda del giornalista, diventando un potente simbolo di connessione tra il passato e il presente. Il nome stesso della spiaggia diventa una metaforica password per sbloccare l’accesso a questa profonda dimensione interiore. L’articolo completo con la riflessione completa di Salis è disponibile sul sito web del quotidiano.
Francesco di Nuzzo