Ecco la trascrizione dell’intervista realizzata da Giandomenico Mele alla scrittrice spagnola, che ha ricevuto il 4 maggio il Premio Internazionale durante la cerimonia a Porto Cervo
Siamo in Sardegna, a Porto Cervo in Costa Smeralda®, e lei ha detto che non è la prima volta che viene in Sardegna, è stata già in Sardegna tre volte, è la prima volta in Costa Smeralda®. La Sardegna è un luogo ricco di storia, di tradizioni. Quanto è importante un premio come il Premio Costa Smeralda, che riesce ad abbinare la cultura, l’ambiente, il turismo e ne fa un punto di forza della destinazione? La gente che fa le vacanze vuole sempre di più capire le radici di un territorio che va a visitare, insieme al divertimento, allo svago, però vuole sentirsi coinvolta da quello che è il patrimonio storico e culturale di un luogo.
Penso che sia un premio importantissimo, perché il luogo ha una storia, non è un prodotto fatto in piccolo tempo dal punto di vista turistico, ben conservato con bacini importanti, culturali. Allora un premio come questo quando arriva la gente e vede come si svolge un’attività letteraria si dice “Oh questo non è una leggenda, veramente la cultura non è lontana nel tempo, esiste.” Si fa cultura perché è viva. Vengono autori diversi, ci sono premi importanti…Mi sembra una iniziativa fantastica.
Il suo personaggio più famoso, che lei ha ha raccontato in tantissimi romanzi in 20 anni di scrittura, è Petra, che è diventata famosa anche in Italia con una serie di Sky interpretata da Paola Cortellesi. Paola Cortellesi in Italia è l’attrice del momento, ha vinto David di Donatello per un film splendido. Lei l’ha recentemente incontrata, ci vuole raccontare qualcosa di questo incontro? Dov’è stato e In che circostanze vi siete incontrate?
Sì, due settimane fa ho ricevuto una telefonata, io vivo in campagna non a Barcellona, ma Paola mi ha detto “Si fa la première del mio nuovo film, dove sono la regista per la prima volta e sarebbe importante per me se potesse venire a trovarmi, ma so che vive fuori…basta, basta Paola, verrò, tu lo sai perfettamente” allora sono andata a Barcellona e ho visto l’attenzione che ha avuto del pubblico Paola nel cinema dove si svolgeva l’evento. La gente la mangiava veramente, Paola. Avevamo fatto un grande abbraccio, lei quando ha parlato ha detto “Fra noi si trova Alicia Giménez-Bartlett”. Un applauso. Siamo complici tutti e due, perché lei è una donna con un successo enorme, ma che non è una diva, non è una Barbie, non vuole essere la più importante. È una donna molto normale, intelligente, brava. Cosa posso dire di più? È stato un momento importante e dirò un’altra cosa: il mio editore spagnolo – che ha 50 anni – mi ha detto “Alicia, La Cortellesi mi piace tanto, me la può presentare?” È venuto con me e sì sono fatti fotografie tutti e due, è contentissimo, mi adora.
Abbiamo parlato anche del ruolo degli intellettuali e anche degli scrittori nella società e nel mondo di oggi, un mondo in crisi, un mondo in una situazione difficile. Lei ha detto che rispetto al passato gli scrittori, gli intellettuali in genere hanno un’influenza molto minore. C’è però una responsabilità in qualche modo etica dello scrittore nelle storie che racconta per il suo pubblico?
Non sono sicura della risposta. Dal punto di vista umano questa responsabilità esiste, ma dopo per un artista, tra virgolette, c’è unicamente una responsabilità, la perfezione del suo libro. Alla fine è così, devi essere assolutamente fedele alle tue idee, devi essere fedele alla letteratura e dopo, come io le mie idee – sono critiche e sono a sinistra, devo dirlo – deve avere una responsabilità. Ma non criticherò mai qualcuno che ha fatto un libro perfetto con un punto di vista che non è il mio.
L’ultima domanda è su un tema universale che esiste ancora oggi, cioè sul ruolo delle donne nella società, e di riflesso anche nei romanzi, quindi nei libri e al cinema. Dopo la tempesta e la rivoluzione del Metoo c’è secondo lei più consapevolezza, ma c’è anche più forza delle donne nel credere in se stesse e nel ruolo che stanno sempre più acquisendo nel mondo della cultura, nel mondo del lavoro, dell’economia, della società in generale?
Sì. Non so se è il Metoo che ha fatto il primo passo, ma è vero che è iniziata un’evoluzione generale, una consapevolezza della gente – anche uomini – e che questa rivoluzione è iniziata e non si fermerà mai. È in corso, questo si vede come le donne occupano posti importanti nella politica. Non è ancora sufficiente, d’accordo, ma questo è cominciato e andrà avanti, ne sono sicurissima. Si è visto e si vedrà ancora di più.
Giandomenico Mele
Credits: Marcello Chiodino