La seconda edizione del Premio Costa Smeralda, in programma a Porto Cervo il 27 aprile, ha svelato i tre vincitori nelle tre diverse categorie grazie a un’attenta valutazione da parte dei membri della giuria – composta da Alberto Luca Recchi, Simone Perotti, Roberto Cotroneo e Francesca Santoro, dai membri dei Consorziati e, per i progetti, da MedSea Foundation.
Nella sezione dedicata alla narrativa, a ottenere il premio sarà Le acque del nord di Ian McGuire, edito da Einaudi. Il libro, come si legge nella motivazione, rappresenta “un caso di onestà narrativa che non cede in nulla alla tentazione letteraria e metaforica”. Ambientato nel 1859, al centro del libro c’è il giovane medico Patrick Sumner, che decide di affrontare una lunga attraversata all’interno del Volunteers. La meta della nave? Il North Water, la zona prediletta delle balene ma che sarà ricca di insidie per i membri dell’equipaggio. “Le acque del nord – continua la motivazione – descrive in modo superbo l’icona stessa del male, la correda di un retroscena speculativo, e mostra a cosa è costretto un uomo per sopravvivere in condizioni dure, senza morale né legge. Come spesso capita quando l’intento è onesto e chiaro, l’autore si riconnette ai grandi romanzieri della letteratura nautica angloamericana, soprattutto al Jack London di Sea Wolf, ma non solo. Una sorta di “educazione baleniera” che fa temere e sanguinare il lettore, lo trasporta in una delle condizioni più difficili e prive di tutela della storia umana, lo fa sobbalzare, rincorrere, temere, sperare, affliggersi. Gli fa vivere il mare, l’unica vera e perenne “Frontiera”, a tutt’oggi largamente misconosciuta. Se è vero che “il mare non è mai stato amico dell’uomo, tuttalpiù complice della sua irrequietezza” (J. Conrad), questo romanzo ne è il versante avventuroso, ruvido e tragico”.
Per quanto riguarda invece la saggistica, a vincere è Destino Mediterraneo di Mimmo Nunnari, edito da Rubbettino. Il libro viene considerato dalla giuria come “un saggio coltissimo, fitto di riferimenti, di letture, ma ancora di più di attraversamenti. Mimmo Nunnari ha navigato per il Mediterraneo, attraverso una fitta trama storica e culturale. Ha interrogato i vecchi testi, ed entrato dentro i nuovi e importanti nodi della nostra civiltà e dell’Occidente. Il risultato è un libro unico, per certi versi: che parte dal mito e arriva alla cronaca, tenendo sempre la bussola puntata sulla nostra identità, che è una identità letteraria e idee. Perché proprio dal Mediterraneo sono giunte fino a noi le storie che ci hanno reso quello che siamo. Ma soprattutto, come dice l’autore: «serve pensare che il Mediterraneo possa diventare il luogo di un prossimo “Rinascimento”. Il luogo del nostro destino comune»”.
Nella sezione invece dedicata all’Innovazione Blu, è il progetto “Seabin” a ottenere il riconoscimento più importante del Premio Costa Smeralda. “Il problema dell’inquinamento da plastica in mare è una delle più gravi minacce per il nostro pianeta – conclude la giuria – I dati sono allarmanti, ed in particolare il nostro Mediterraneo è uno dei mari a più alta concentrazione di microplastiche. Nonostante alcuni tentativi non è possibile, almeno per il momento, pulire l’oceano globale dalle plastiche e microplastiche. È possibile però mettere in pratica dei sistemi che agiscano su porzioni delimitate dello spazio marino. Seabin è un sistema che agisce principalmente in questo tipo di ambienti e agisce rifiuti come plastica, detergenti e oli. Seabin si è aggiudicato il premio Costa Smeralda per l’Innovazione Blu perché è un sistema naturale che nella sua semplicità agisce su quelle aree che sono spesso le più fortemente minacciate dagli impatti di attività antropiche, come i porti, le calette turistiche, gli yacht club, i moli”.