Sul Sole 24 Ore il direttore artistico del Premio Costa Smeralda pone un’interessante riflessione sull’importanza che il mondo classico riveste ancora sulle arti e sulla moda
Sin dai primi graffiti realizzati a mano sulle pareti delle caverne, la tecnica e le arti hanno percorso un lungo cammino, tanto che oggi l’essere umano è in grado di realizzare interi mondi attraverso la sola potenza della sua immaginazione. Questi non sono solo ricchi di vitalità e suggestioni, ma contengono anche realtà tecnologiche che fino a poco tempo fa sembravano irraggiungibili. Eppure, ancora oggi non possiamo fare a meno di rivolgerci al passato come fonte di ispirazione, forse perché il fascino del classico, come direbbe Italo Calvino, “persiste come rumore di fondo anche là dove l’attualità più incompatibile fa da padrona.” Su questa tendenza creativa si è espresso anche Stefano Salis – giornalista direttore artistico del Premio Costa Smeralda – che con un articolo pubblicato sul quotidiano Il Sole 24 Ore ha posto un’interessante riflessione sull’importanza che il mondo classico riveste ancora in vari ambiti della società moderna e della cultura, in particolare sulle forme d’arte e sulla moda.
L’articolo sottolinea più volte le più recenti tendenze dell’arte e della moda ad unire il moderno con il passato, citando esempi recenti come la mostra Recycling Beauty alla Fondazione Prada e la collezione Magna Grecia dello stilista e designer Antonio Aricò, presentata alla Fashion Week di Milano, che propone in chiave moderna lo stile e la tradizione mediterranea attraverso una serie di oggetti per la casa realizzati in terracotta. Il classicismo è ancora più evidente nell’installazione artistica Antipodes, una collaborazione tra gli artisti Pilar Zeta e Andrés Monnier che unisce il mondo digitale con quello tangibile della pietra. Questa ricerca delle forme primordiali, spiega Salis, celebra la ricerca dell’infinito e la materia stessa come elemento creativo, dai tessuti pregiati fino alle rocce con cui venivano eretti i templi dell’antichità. Dall’arte contemporanea fino alle ultime tendenze sulle passerelle dell’alta moda, questo sempre presente connubio tra passato e modernità sottolinea come l’antico abbia ancora una rilevanza saldamente radicata nel nostro background culturale in cui la memoria, lontana dall’essere un mero ricordo, diventa un elemento fondamentale con cui conviviamo e da cui impariamo, e che continua tuttora a guidare le nostre scelte per il futuro.
Francesco di Nuzzo