Chiara Valerio ha commentato la decisione dell’Istituto della Enciclopedia Italiana ricordando il pensiero di Michela Murgia
L’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani ha annunciato che “femminicidio” è stata scelta come parola dell’anno 2023, una decisione che si inserisce nell’ambito della campagna #leparolevalgono per promuovere un uso corretto e consapevole della lingua italiana.
«Il termine, perfettamente congruente con i meccanismi che regolano la formazione delle parole in italiano, ha fatto la sua comparsa nella nostra lingua nel 2001 (e fu registrata nei Neologismi Treccani del 2008): – ha spiegato Valeria Della Valle, direttrice scientifica insieme a Giuseppe Patota della famosa enciclopedia – da allora si è esteso a macchia d’olio quanto il crimine che ne è il referente».
A seguito di questa nomina, indice di un problema sociale sempre più presente, la giudice del Premio Costa Smeralda Chiara Valerio ha commentato il significato del termine femminicidio con un intervento pubblicato su La Repubblica utilizzando l’analisi proposta dall’amica e attivista Michela Murgia.
Nella sua analisi, la scrittrice di Cabras evidenzia la connessione tra la motivazione specifica della violenza e il genere della vittima, un elemento che distingue questo tipo di violenza dall’omicidio. Il femminicidio diviene quindi un elemento integrante di un sistema sociale, che coinvolge sia uomini che donne, che punisce i soggetti vulnerabili e chi non si conforma a degli standard stabiliti. In questo contesto, le donne emergono come la categoria più frequentemente associata agli individui considerati deboli, non conformi e irregolari. La lingua italiana conquista così questo nuovo primato negativo, che sottolinea ancora una volta l’urgente necessità di sensibilizzare ed educare sul tema della violenza di genere.
I dati del 2023
Secondo i dati del Servizio Analisi Criminale e riportati dal quotidiano Il Sole 24 Ore, dal gennaio al 3 dicembre del 2023 sono state registrate 109 vittime femminili, un debole calo rispetto alle 116 dell’anno precedente ma che segna comunque una tendenza allarmante. Nella maggioranza dei casi, il femminicidio si è verificato in ambienti familiari o legati alle relazioni affettive, con un totale di 58 donne assassinate dai loro compagni o dall’ex partner, un aumento del 65% rispetto agli anni precedenti. A questi si aggiungono i reati contro donne affette da disabilità: tra ottobre 2022 e settembre 2023, sono stati commessi 324 reati e 238 casi di maltrattamenti, di cui 12 coinvolgono minori, avvenuti principalmente all’interno del nucleo familiare o presso strutture di cura.
Francesco di Nuzzo
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