Stefano Salis elogia il cantautore piemontese nel suo ultimo articolo sul Sole 24 Ore, dopo il successo del concerto alla Scala
Cosa significa “essere grandi”? Come già ebbe a scoprire Gilgamesh in tempi remoti, per divenire immortali davvero bisogna essere ricordati, diventare dei classici per così dire, e su questo Paolo Conte e la sua musica di certo hanno fatto scuola. Icona mondiale della musica jazz e autoriale, con i suoi testi e le sue note il cantautore piemontese ha dimostrato tutto il valore culturale della canzone italiana, tanto che forse non basterebbe una biblioteca a raccontarlo.
Ma la grandezza consiste anche nell’essere testamento dei tempi che cambiano e, ancora una volta, Paolo Conte ha dimostrato di non essere un semplice sparring partner esibendosi – come primo cantautore al mondo – al prestigioso teatro La Scala di Milano, con un concerto evento andato rapidamente sold out e che ha riscosso un incredibile successo di pubblico. A fianco degli applausi scroscianti non sono però mancate le polemiche di chi si interrogava su quanto fosse opportuno che la musica popolare – addirittura il jazz! – si mischiasse al tempio della musica classica per eccellenza. Con un articolo sul Sole 24 Ore, Stefano Salis – direttore artistico del Premio Costa Smeralda – ha voluto rispondere alla piccola bagarre omaggiando il musicista piemontese in quanto pilastro della cultura italiana, tanto quanto lo è la Scala, perché la sua forse non sarà musica classica, ma in quanto a importanza è sicuramente classica.
Un talento da celebrare
Il Ningen Kokuhō è un termine giapponese che indica un titolo conferito a certi maestri di arti manuali o performative considerati veri e propri tesori nazionali viventi. Ed è proprio con questo termine che Salis elogia il cantautore piemontese. Celebrato per la sua musica a livello internazionale per la sua qualitàdegli arrangiamenti e per i testi pieni di vita (e malinconia), la sua performance alla Scala è la dimostrazione di come la bellezza artistica può manifestarsi in qualsiasi forma, genere o stile musicale. Paolo Conte è un artista unico e questo suo ultimo concerto rappresenta un apice importante della sua eredità musicale, che ha sempre avuto come stella polare l’importanza dell’arte e della cultura. Proprio per questo, al netto delle polemiche, è giusto celebrarla. E forse è il caso di cominciare anche a considerare adeguatamente questi nuovi pilastri – letterari o musicali che siano – così che possano contribuire in futuro a supportare la cultura italiana da ora e per sempre.
Francesco di Nuzzo