Campi Flegrei. Mario Tozzi, celebre divulgatore, dà appuntamento a sabato 25 maggio alle ore 21.45, per l’imperdibile diretta su Rai Cultura, canale 57 del digitale terrestre.
Vi spieghiamo i Campi Flegrei. Fino in fondo. Chi non ci segue è un sarchiapone (mo ce vo’). Sono le parole d’incitamento pubblicate dallo scienziato sul suo profilo Instagram dello scienziato. «Invece di persuadere la gente ad andar via, abbiamo invogliato a viverci, abbiamo continuato a costruire. Bisogna fare esercitazioni: il mezzo milione di cittadini a rischio sa cosa deve fare?»
«I Campi Flegrei sono il nostro supervulcano, quello davvero pericoloso, più del Vesuvio, quello suscettibile di attività devastanti. E ci vivono 500-600mila persone». Primo ricercatore del Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche), geologo che guida Sapiens su Rai3 (la prossima puntata sarà proprio sui Campi Flegrei, oggi è uscito un suo lungo articolo su La Stampa). Divulgatore per antonomasia, non è sua abitudine o intenzione rincarare la dose di inutili, ma soprattutto pericolose, rassicurazioni, negando altrimenti l’evidenza.
Ecco cosa emerge dall’intervista del Corriere del Mezzogiorno, Napoli, all’illustre geologo Mario Tozzi, vincitore nel 2003 del Premio Speciale Premio Costa Costa Smeralda.
Cosa vuol dire supervulcano?
«È un pentolone sotterraneo pieno di magma ribollente, ed è in grado di sprigionare eruzioni esplosive, in linea teorica devastanti. Nello scenario più catastrofico al momento non ipotizzabile, pur essendo possibile, dovremo parlare di esodo non evacuazione. In ogni caso si tratta di 29 vulcani e centri eruttivi che sono stati tutti nascosti da un ospedale, da un ippodromo, e poi da un quartiere e da una città di quasi 80.000 abitanti. Solo la Solfatara e gli Astroni appaiono ancora come vulcani. Degli altri ogni traccia è stata cancellata da case, asfalto e cemento. Invece continuiamo a trattare i Campi Flegrei come un territorio qualsiasi. Piuttosto che persuadere la gente ad andar via, abbiamo invogliato a viverci, abbiamo continuato a costruire».
La prossima esercitazione si terrà a fine maggio.
«Uno dei punti fondamentali è questo. Il mezzo milione di cittadini a rischio sa cosa deve fare? Cioè bisogna convincere le persone a scappare lasciando tutto a casa, compresa la propria auto, a recarsi in un punto di raccolta e prendere un mezzo pubblico per andare chissà dove. I cittadini sono pronti a fare questo? Altrimenti ci troveremmo a sapere dell’eruzione con 72 ore di anticipo ma poi avere le strade intasate».
I cittadini sono nel panico e lamentano di essere stati lasciati soli.
«La prima pietra deve essere messa proprio dai cittadini. Le condizioni necessarie sono: cittadini non disposti a costruire ovunque, amministratori che facciano rispettare le regole, uno Stato che curi le regioni a rischio in maniera adeguata. Il rischio vulcanico nei Campi Flegrei non dipende solo dal supervulcano, dipende soprattutto da noi».
Sibilla Panfili
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