Il divulgatore scientifico ha pubblicato sui social alcuni grafici sottolineando gli effetti dei cambiamenti climatici negli ultimi secoli
Mario Tozzi è certamente uno degli ambasciatori dell’ambiente più conosciuti in Italia. Si è posto come obiettivo quello di sensibilizzare milioni di persone sull’importanza della protezione dell’intero ecosistema soprattutto dopo le evidenze scientifiche legate al cambiamento climatico. Il ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) sfrutta i canali televisivi (Sapiens, Kilimangiaro e non solo) per porre delle riflessioni sul tema e trovare delle soluzioni nell’immediato per ridurre l’impatto dell’uomo sulla natura. La politica ha fortunatamente recepito il contributo della comunità scientifica e ha messo in campo alcune misure per limitare le emissioni e passare così a un’economia circolare come sta accadendo all’Unione Europea.
Il geologo, divulgatore scientifico e Premio Cultura del Mediterraneo si serve anche del potere dei social per contrastare quelli che vengono definiti i negazionisti climatici. Lo fa proprio con i numeri pubblicati sulla rivista Nature mostrando il cambiamento delle temperature negli ultimi 25.000 anni. L’andamento, come si vede nel grafico, resta stabile con l’ultima glaciazione. A quel punto le temperature si alzano fino a circa 7.000 anni fa fino a un ulteriore periodo di stabilità che arriva all’inizio della Rivoluzione Industriale. Da quel momento in avanti si è visto un incremento esponenziale delle temperature. Una crescita preoccupante che sfiora il valore di 1,5 °C di riscaldamento rispetto al periodo preindustriale.
«Gli umani non sono mai entrati in climi così estremi.- afferma Mario Tozzi su Fanpage.it – Senz’altro non nell’ultima parte, se parliamo degli ultimi 200 anni, da quando si misurano le temperature. Il dato è certo. Ma anche con le misure indirette della temperatura degli oceani e dell’atmosfera del passato non abbiamo mai registrato impennate di temperatura così veloci in così poco tempo. Le temperature si mantengono a una certa quota e poi a un certo punto schizzano in alto in maniera incontrastata. Non è qualcosa che si può riferire ai picchi del passato di altra natura; non erano così veloci. Qui parliamo di cose che mutano nell’ordine dei decenni, degli anni. Nessun parametro climatico muta così velocemente, salvo la presenza di carbonio in atmosfera. È c’è solo una specie può mettere carbonio in atmosfera: siamo noi».
Riccardo Lo Re