Lo scrittore di Nuoro è il secondo laico a commentare la cerimonia solenne del Venerdì Santo, dopo l’intervento dell’antropologo Bachisio Bandinu nel 2017
Il 29 marzo alle 21, in occasione del Venerdì Santo, Marcello Fois, scrittore e giudice del Premio Costa Smeralda, salirà sul pulpito della chiesa di San Paolo a Olbia per commentare la cerimonia dello S’Iscravamentu.
Il rito dello S’Iscravamentu, ovvero la deposizione del Cristo dalla Croce, è un antico cerimoniale che si svolge principalmente la sera del Venerdì Santo in celebrazione della Passione. Durante questa cerimonia, due membri della confraternita impersonano i discepoli Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea e depongono l’effigie di Gesù dalla croce, con l’aiuto di altri membri. Il momento, molto solenne, è accompagnato da cori che creano un’atmosfera di profondo cordoglio. Al termine della celebrazione, l’effigie viene portata in processione al sepolcro per il rito dell’interramento, mentre un membro della confraternita veglia presso la tomba fino all’alba.
Come riportato dal quotidiano La Nuova Sardegna, questa è la seconda volta nella storia della città che un laico viene coinvolto nel ruolo di commentatore, dopo l’antropologo Bachisio Bandinu avvenuto nel 2017. La decisione di includere una voce non ecclesiastica è stata presa dal parroco don Gianni Satta, in modo da coinvolgere tutti i cittadini e non soltanto i fedeli. In particolare, lo scrittore di Nuoro è stato scelto per il suo spessore culturale e per la sua sensibilità verso l’importanza del momento religioso. Il commento, che sarà enunciato per l’occasione in lingua sarda, è considerato un punto di contatto universale per il messaggio della crocifissione, che è uno dei momenti di condivisione più sentiti di tutta la liturgia cattolica. Le celebrazioni della settimana santa ad Olbia inizieranno il 24 marzo con la domenica delle palme e si concluderanno il giorno di Pasqua, quando si celebrerà la cerimonia tradizionale dello S’Incontru nella piazza centrale della città.
Francesco di Nuzzo
Crediti foto: Gianni Careddu, opera propria, Wikipedia