Lo scrittore nuorese aggiunge: «Garantiamo la qualità degli autori vincitori, che deve rispecchiare tutta la loro carriera e non solo l’ultimo libro scritto»
Marcello Fois è tornato nella “sua” Sardegna, questa volta nelle vesti di giurato. I suoi romanzi sono tradotti in numerose lingue e il suo ricco curriculum di riconoscimenti letterari lo fa assurgere all’Olimpo degli autori italiani che hanno varcato con successo i confini del Paese. «Penso che il Premio Costa Smeralda abbia delle opportunità che mancano ad altri Premi perché è la giuria stessa che può gestire una situazione diversa e questa è una grande novità». Esordisce così Fois, che mette subito in chiaro le sue aspirazioni su questa edizione 2022: «Ciò che mi aspetto è che finalmente si garantisca la qualità degli autori vincitori, che non deve per forza derivare dal libro attuale in commercio, bensì deve rispecchiare tutta la loro carriera: è importante premiare le carriere». Una valutazione completa sulla figura dell’autore che non va vista nella sua ultima opera, bensì in tutto il suo percorso di crescita personale e professionale. Due lati connessi tra loro e che fanno parte dello spirito del Premio Costa Smeralda, in cerca sia di talenti di alto livello qualitativo sia di nuove espressioni artistiche nate da delle storie uniche e con una loro identità.
«Oggi la letteratura sta andando verso il prêt-à-porter, se mi è concessa una metafora con la moda» prosegue lo scrittore, «va verso quello che funziona, mentre si sta facendo poca ricerca, quindi poca alta moda. Invece il Premio Costa Smeralda 2022 vuole misurarsi sull’haute couture, perché a misurarsi con quello che va di più sono capaci tutti».
Un autore così poliedrico come Fois, che cosa preferisce, il libro cartaceo o il libro digitale? «C’è bisogno di tutti e due. Io stesso, quando sono in viaggio, piuttosto che riempire la valigia di libri mi porto il mio supporto digitale, ma se devo leggere un libro preferisco il contatto “corporale”, quasi “carnale” con la carta».
E infine l’annoso problema della carenza di lettori in Italia. Riguardo un ipotetico identikit dei giovani lettori l’autore de L’Invenzione degli italiani. Dove ci porta Cuore spiega che «i ragazzi debbono essere formati. Cioè devono imparare a leggere, quindi sarebbe necessaria una scuola che si ponga il problema di formare i lettori di oggi e di domani, e impedisca quindi alle case editrici di lamentarsi tutti gli altri perché non ci sono i lettori».
Perché lettori non si nasce, ma si diventa: «La lettura non è un talento, la lettura è un sistema che si deve imparare, esattamente come la scrittura. Quindi quando sai leggere, vuoi leggere. Se non sai leggere, ti accontenti di quello che riesci a leggere. Per questo motivo credo che il problema sia a monte». E il Premio Costa Smeralda 2022 promuove la lettura di libri di grande qualità.
Arianna Pinton