L’autrice Chiara Valerio sottolinea: «Il Premio Costa Smeralda 2022 “battezza” saggiste e saggisti, narratrici e narratori di grande qualità, talento e innovazione»
Un’immagine di grande effetto, esaustiva, ma che in verità sottolinea la straordinaria importanza degli appuntamenti letterari per un autore. Il Premio Costa Smeralda, giocando con la stessa metafora, sta muovendo i suoi primi passi, e ha già avuto modo di raccontare la letteratura sotto vari aspetti: la qualità, il talento e l’innovazione. Gli stessi che nell’edizione 2022 hanno permesso di individuare i libri finalisti, tra cui selezionare i vincitori, che hanno colpito i giurati nella lunga fase di selezione. Le difficoltà non sono mancate, ma per la scrittrice (Così per sempre, Einaudi), giornalista, conduttrice radiofonica e critica letteraria sono un pregio che va ricondotto alla situazione della letteratura moderna: «Penso che la narrativa e la saggistica in Italia godano di ottima salute. E sono felice che si stiano assestando sempre più scritture che vengono definite “ibride”. Per me tutto è quasi un romanzo, soprattutto perché è in grado di includere e descrivere un mondo, anche nelle sue minuzie scientifiche, senza per forza spiegarlo».
La letteratura è un mezzo per far crescere e per crescere: «Siccome noi cresciamo quando qualcuno ci racconta qualcosa e facciamo crescere qualcuno raccontandogli qualcosa, allora spero che la letteratura italiana, con questa sua nuova vita ibrida, faccia esattamente questo».
Parlando invece di preferenza tra supporto digitale o libro di carta, Valerio non ha dubbi: «Il libro è l’unico oggetto di design che non è cambiato da quando è stato creato: dall’incunabolo a oggi le pagine non hanno cambiato forma, mentre tutto il resto sì. Quindi per me il futuro del libro cartaceo è identico al suo passato e al suo presente: ovvero quel qualcosa con le pagine di carta».
Eppure, se forse il libro cartaceo è destinato a restare immutabile nel tempo, c’è qualcosa che è cambiato rapidamente: il rapporto dei giovani con la lettura nell’era dei social. «Ieri il problema era la radio, poi la tv, oggi sono i social. Dobbiamo resistere non dismettendo il fatto che il libro è l’unico dispositivo di intrattenimento e di studio che esercita a stare da solo, a scegliere il luogo e il tempo da dedicargli volta per volta». Chi legge sa che può scegliere volta per volta quando, dove e per quanto tempo leggere: «I film hanno una durata, i libri no. Si può farli durare quanto vogliamo e credo che lettrici e lettori di questa Era capiranno che la libertà si esercita leggendo, perché il libro è un mezzo di resistenza al presente. Basta leggere e sei l’anarchico creativo».
Arianna Pinton