Libri e beni di prima necessità messi a disposizione dall’associazione milanese in una delle vie della città.
La solidarietà, prima di tutto. È il messaggio che in questi giorni soffia per tutta via Luigi Nono, a pochi passi dalla stazione Porta Garibaldi di Milano. Da questi giorni nel capoluogo lombardo è stato inaugurato il muro della gentilezza, uno spazio che ha un duplice significato. Il primo, più marcato, si può leggere nelle parole comparse sui muri dove questo progetto è partito: Leave what you don’t need and Take it if you need (Lascia ciò che non ti serve, e prendi ciò che ti occorre). Il paese d’origine è l’Iran, che dalla città di Mashhad ha preso piede un progetto che coinvolge la popolazione locale. Il muro della gentilezza, nato nel 2015, si era posto l’obiettivo di offrire dei capi d’abbigliamento inutilizzati a chi ne ha più bisogno, semplicemente attaccandoli lungo la parete. I problemi sorgevano soprattutto quando le condizioni climatiche non erano ottimali, tra il freddo e l’inverno che avanzava, e i primi a esserne colpiti erano i senza tetto. In poco tempo, grazie al sostegno positivo dei cittadini attraverso i social network, questo gesto ha subito avuto un effetto virale, tanto da portare altre città del Paese ad adottare questo programma partito tutto dal basso. Non solo, il muro della gentilezza è riuscito a varcare i confini iraniani, grazie alle proposte avviate in Pakistan (a cominciare dalla città di Karachi), in Cina, come nei quartieri di Liuzhou, in Svezia e, non per ultima, l’Italia. L’evoluzione di questo muro sta anche negli oggetti che vengono riposti. Oltre ai prodotti di prima necessità e ai vestiti, piano piano hanno preso il loro spazio anche la cultura, attraverso libri e i cd che vengono così lasciati negli appositi scaffali, pronti a essere sfogliati, ascoltati o guardati. Il muro della gentilezza si trova a pochi metri dalla Fabbrica del Vapore, ed è stato allestito dal gruppo milanese Tempio del futuro perduto, che negli ultimi anni spazia tra eventi culturali (mostre, concerti) e proposte che mettano al centro la condivisione, dalle singole idee alla cultura nelle sue sfumature. E qui si arriva dritti al secondo significato. Il muro, uno strumento di divisione politico e sociale, diventa in questo caso un luogo d’incontro e di crescita personale e collettiva. L’Italia ha già avuto modo di dimostrarlo a Roma, grazie agli studenti del Marymount International School of Rome che nel 2016 hanno riprodotto fedelmente l’idea sorta per le strade di Mashhad, e continuerà a farlo. Come riporta Repubblica, insieme a Milano un’altra città importante, Bologna, si aggiungerà alla lista, grazie a una proposta approvata dal consiglio comunale che prevedrà l’istallazione di diversi muri della gentilezza per il centro cittadino.
Riccardo Lo Re