Il vincitore del Premio Speciale 2023 ha portato il suo cinema alla Milano Fashion Week, presentando con la sua nuova SS24 una Sardegna hollywoodiana e ipnotizzante
Durante la consegna del Premio Speciale, avvenuta lo scorso 6 maggio a Porto Cervo, la giuria del Premio Costa Smeralda si era chiesta cosa volesse dire veramente essere Antonio Marras. Nella prestigiosa vetrina d’alta moda della Milano Fashion Week lo stilista di Alghero ha nuovamente dato risposta a questa domanda, attraverso una suggestiva presentazione “cinematografica” avvenuta live il 20 settembre live e in diretta streaming sui propri canali social.
Nella prima giornata della kermesse lo stilista ha infatti presentato la sua nuova collezione SS24, ancora una volta mettendo al primo posto la scenografia e, ovviamente, la sua amata Sardegna. Lungo la passerella, realizzata come se si trattasse di un vero e proprio set hollywoodiano degli anni d’oro, la varietà di tessuti, pizzi e perline utilizzati nella composizione degli abiti si è unita in maniera perfetta alla profondità dei colori della collezione, fornendo quel contrasto drammatico ed elegante che è diventato un tratto distintivo dello stilista di Alghero.
Proprio ammirando le creazioni mostrate appare chiara la motivazione del prestigioso riconoscimento. Come se si trattasse di un film bellissimo, sempre nuovo e ipnotizzante, Antonio Marras porta sulla passerella la sua idea del cinema, mettendo ancora una volta “al centro profondo e remoto di queste sue creazioni un fuoco che proviene dalla sua storia, dalla sua Sardegna, dalla sua intatta voglia di comunicarla e renderne in modo nuovo la bellezza e l’unicità”, in un racconto ricamato sui vestiti che volge al futuro la storia dell’isola più bella del mondo. E come ogni grande spettacolo ha bisogno della sua musa, per la sfilata Marras ha affidato il ruolo di diva principale a Marisa Berenson, attrice e modella statunitense conosciuta per l’interpretazione di Lady Lyndon nel Barry Lyndon di Kubrick e per quello della signora von Aschenbach diretta da Luchino Visconti in La morte a Venezia.
«Io uso la moda per raccontare e l’ho imparato andando al cinema. Il cinema, fonte inesauribile di storie, di sogni, di mood, di personaggi, di costumi, di set, di racconti di esistenze eccezionali o di straordinaria normalità. Il cinema è indispensabile compagno di vita.» ha raccontato lo stilista «E ancora di più per me, per il lavoro che mi sono ritrovato a fare. Io, onnivoro di cinema, ho trascorso la mia adolescenza seduto tra il Selva e il Miramare di Alghero vedendo e rivedendo in loop film che ancora ora fanno parte del mio vissuto. I personaggi sono famiglia, comprimari ai parenti, le loro storie sono le mie storie, le loro vicende le ho provate anch’io e quello che sono è anche il risultato di quello che ho visto al cinema. Intimo e corale, condivisione e momento di interiorità, come nessun’altra forma di spettacolo lo è.»
Francesco di Nuzzo