Il vincitore del Premio Cultura del Mediterrano sarà ospite a Cremona per parlare del rapporto tra alimentazione e ambiente
È possibile che il cibo che consumiamo ogni giorno possa influenzare l’ecosistema e contribuire al peggioramento del cambiamento climatico? A spiegarne la realtà scientifica ci pensa Mario Tozzi, divulgatore e geologo, che giovedì 9 novembre inaugura la rassegna Il Tempo CrEDIBILE con l’incontro Alimentazione e Ambiente: Uno s_comodo Equilibrio? che si terrà alle ore 17 presso il Teatro Monteverdi di Cremona. Durante la conferenza, gratuita previa prenotazione online, il vincitore del Premio Cultura del Mediterraneo affronterà il legame tra alimentazione ed ecosistema, presentando dati concreti sugli avvenimenti globali. Inoltre, il divulgatore fornirà al pubblico gli strumenti necessari per distinguere tra informazioni false e la reale scienza.
L’incontro è parte del progetto educativo Il Tempo Ritrovato, promosso dal Comune di Cremona e dalla Rete degli Istituti Comprensivi di Cremona, e vuole porsi come punto di riferimento per la formazione, la riflessione e l’esperienza nel campo dell’alimentazione, un aspetto cruciale per il corretto sviluppo dei bambini e dei ragazzi, nonché per la promozione della sostenibilità ambientale e il benessere dell’intera comunità.
Ritrovare la sostenibilità
Ciò che rischia di danneggiare l’ecosistema non è tanto il consumo di cibo in sé, ma il modo in cui questo viene prodotto. Il tipo di produzione alimentare può infatti avere effetti negativi sull’ambiente, soprattutto quando si utilizzano metodi agricoli o di allevamento intensivi che esauriscono velocemente le risorse idriche e naturali del pianeta. Inoltre, anche lo spreco alimentare può costituire un problema che contribuisce all’accumulo dei rifiuti e alla produzione di metano. Per affrontare tutte queste problematiche è importante adottare pratiche alimentari efficienti, come la riduzione del consumo di carne e la preferenza per i prodotti locali a km 0, ma anche adottare un approccio alla produzione che sia sostenibile.
Francesco di Nuzzo