L’autrice con Il pozzo vale più del tempo (Marsilio) porterà il pubblico in una geografia “distopica”
Si terrà dal 26 al 30 marzo il Festival Monfalcone Geografie 2025. Un evento che cercherà di indagare le nuove rotte del vivere e le geografie di un pianeta in fibrillazione, fra conflitti e cambiamenti globali. La settima edizione si svolgerà nella città crocevia del Nord Adriatico capitale europea della cultura. Un’occasione per raccogliere una serie di riflessioni grazie alla presenza di oltre 50 voci del pensiero contemporaneo tra scrittori, giornalisti e musicisti. Il festival, ideato e promosso dal Comune di Monfalcone, toccherà alcune delle zone principali della città, dalla centralissima piazza della Repubblica con il suo “Geo-villaggio” alla Casa delle Geografie fino a coinvolgere la Biblioteca al Teatro Comunale, il Museo della Cantieristica e le scuole cittadine.
In queste cinque giornate fitte di incontri, dialoghi, spettacoli, mostre, passeggiate letterarie ed eventi esperienziali ci saranno come sempre al centro i libri: decine di pubblicazioni che racchiudono storie, racconti, approfondimenti legati ai temi del festival.
L’evento inaugurale si terrà mercoledì 26 marzo con l’incontro con il saggista Giordano Bruno Guerri, presidente della Fondazione Il Vittoriale degli italiani. La sua Storia del mondo, dal Big bang ad oggi sarà un modo per addentrarci nelle evoluzioni sempre più accelerate del vivere e negli equilibri umani, sociali, ambientali e geopolitici del mondo.
Non sarà l’unico percorso intrapreso dal festival che viaggerà anche attraverso le “geografie” del pianeta, del tempo e delle nostre emozioni. In questo caso entrerà in scena Ginevra Lamberti con Il pozzo vale più del tempo (Marsilio), finalista del Premio Costa Smeralda 2024. L’autrice anche a Gorizia porterà il pubblico in una geografia “distopica”, dove “la temperatura del mondo fluttua intorno ai cinquanta gradi, le coltivazioni stentano, il bestiame muore, in montagna c’è acqua ma non ci sono armi né medicinali, in pianura ci sono sia le armi che i medicinali, ma non ci sono né acqua né cibo”.
Riccardo Lo Re