L’autrice finalista del Premio Costa Smeralda sarà presente a Pontedera nei locali di Villa Crastan.
Ci sarà anche Ginevra Lamberti al festival Il filo d’identità. Un evento che si terrà dall’8 al 13 luglio tra Montopoli in Val d’Arno, Fucecchio, San Miniato e Pontedera con la direzione artistica di Stefano Colli (La valigia del lettore) e Kendra Fiumanò (Arci Zona Cuoio). La letteratura svolge un ruolo di straordinaria importanza offrendo spunti di riflessione sulla società di oggi grazie alle voci e allo stile di ogni autore. Gli ospiti di questa edizione sono per altro tantissimi. A 100 anni dalla nascita di Goliarda Sapienza Cono Cinquemani , Simona Conigliaro e Chiara Mazza effettueranno una lezione aperta e interattiva in modo da ripercorrere la vita e la carriera di una delle scrittrici più significative della letteratura italiana del Novecento. A San Miniato si svolgerà invece l’inaugurazione della 3° edizione del festival con un doppio appuntamento. Alle 21 ci sarà la presentazione del tema “Ripensare la maternità oltre gli stereotipi di genere”. Un argomento di stretta attualità che passerà dalle parole del saggio “Libere di scegliere se e come avere figli” (Einaudi) di Ilaria Maria Dondi in dialogo con la giornalista Simonetta Sciandivasci. Alle 22 si farà rumore dando “voce al dissenso” con un talk con Flavia Carlini , Valeria Fonte e Carlotta Vagnoli.
In questo contesto Ginevra Lamberti si presenta con “Il pozzo vale più del tempo” (Marsilio). Un evento che sarà accompagnato da un confronto con Mattia Insolia. “Tra leggenda e collasso climatico: uno sguardo distopico sulla terra del futuro” è il tema dell’incontro. Un focus sui mutamenti della Terra che sono ormai palesi agli occhi dell’essere umano. Ginevra Lamberti con questo romanzo racconta molto di questa realtà in evoluzione mostrando la crisi e la nostra vulnerabilità.
“Se Agota Kristof – si legge nella nota – nella Trilogia della città di K., ha scritto che si è davvero capaci di uccidere quando si ammazza qualcosa che non bisogna mangiare, se Cormac McCarthy, ne “La strada”, ha descritto esseri umani che sono riserve alimentari di altri esseri umani, Lamberti narra come la produzione di massa cambia il racconto dell’uomo che mangia l’uomo e fonda la mitologia del cambiamento climatico, del rispetto dei morti senza il culto, delle leggende che si ripetono uguali e maledicono secondo maledizioni sempre nuove perché sempre nuove sono le colpe, e dell’amore, che dopo aver fatto muovere il sole e le altre stelle, per secoli, adesso le fa implodere”.
Riccardo Lo Re