La giudice del premio ha commentato la vicenda di “Anna”, primo caso in Italia di suicidio assistito con l’assistenza diretta del Servizio sanitario nazionale
Si è conclusa la storia di “Anna”, la donna di 55 anni affetta da sclerosi multipla che dal 4 novembre 2022 lottava per il diritto di poter disporre liberamente della sua vita. La donna si è spenta il 28 novembre scorso nella sua casa a Trieste dopo essersi somministrata un farmaco letale. La vicenda risulta particolarmete significativa in quanto è il primo caso in Italia in cui una persona è riuscita a completare il percorso di suicidio assistito a seguito della sentenza Cappato\Antoniani, la quale ha stabilito dei criteri e dei limiti per l’assistenza del malato e ha consentito l’intervento del Servizio sanitario nazionale (SSN). Una volontà personale che però è stata soggetta alle tempistiche della giustizia italiana e si è protratta per quasi un anno dalla richiesta alla propria ASL di competenza.
Sulla questione si è espressa anche Elena Loewenthal, autrice e giudice del Premio Costa Smeralda, che con un intervento pubblicato sul quotidiano La Stampa ha commentato la vicenda auspicando che questa decisione possa contribuire a segnare un cambiamento positivo per tutti coloro che potrebbero trovarsi in situazioni simili, consentendo loro di avere accesso a scelte che rispettino la loro ultime volontà e che pongano fine a una sofferenza senza speranza. Nell’intervento la scrittrice ha sottolineato come il poter decidere della propria vita – specialmente in condizioni estreme di sofferenza e disperazione – dovrebbe essere considerato un diritto umano fondamentale e ha ribadito la necessità di una legislazione civile che regoli in maniera chiara il fine vita senza costringere le persone afflitte a ricorrere a lunghi ed estenuanti procedimenti giudiziari.
La questione del fine vita è una presa di coscienza che sta diventando sempre più attuale nella società contemporanea. Secondo una recente rilevazione del Censis – riportata dal sito dell’Associaizone Luca Coscioni – 74% degli intervistati risultano favorevoli al suicidio assistito, mentre un sondaggio commissionato dal quotidiano Il Gazzettino riporta che otto persone su dieci (82%) si dichiarano d’accordo con la pratica nel caso di malattia incurabile o gravi sofferenze fisiche.
Francesco di Nuzzo