Con un articolo su La Repubblica, Chiara Valerio ha voluto ricordare l’amica scrittrice in occasione dell’uscita postuma del suo ultimo libro
Cinque mesi dopo la sua scomparsa, Michela Murgia fa ritorno nelle librerie con Dare la Vita, un nuovo saggio postumo che esplora il tema della queerness all’interno delle dinamiche familiari. In uscita il 9 gennaio, l’ultima opera di Michela Murgia è edita da Rizzoli Libri ed è curata da Alessandro Giammei, figlio d’anima della scrittrice di Cabras. L’uscita del libro è stata celebrata anche da Chiara Valerio, che con un un intervento pubblicato su La Repubblica ha voluto ricordare l’amica scomparsa lo scorso 10 agosto.
Proprio Valerio ha accostato questa data significativa alla famosa poesia di Pascoli X Agosto, sottolineando però la differenza sostanziale tra la poetica del poeta romagnolo, basata sulla serena accettazione dei dolori dell’esistenza, con il pensiero della scrittrice sarda. Fino all’ultimo momento, infatti, la vita di Michela Murgia è stata caratterizzata da una vitalità travolgente, che si contrappone in maniera decisa alla serenità promossa da Pascoli. Come riportato nell’articolo dalla giudice del Premio Costa Smeralda, Murgia era solita affrontate le questioni più delicate con “la velocità di Mercurio e l’intransigenza di Atena“, avvalendosi sia di un pensiero tagliente sia di una risata vivace per svelare concetti complessi. Una lezione che continua ancora oggi a rivelare il talento di una pensatrice di cui tutti siamo rimasti orfani anzitempo.
La realtà della queerness famigliare
Con il suo nuovo libro, Michela Murgia offre un modello alternativo di maternità, basato sull’esperienza personale, che enfatizza l’importanza dei legami dell’anima oltre a quelli biologici. Il nuovo saggio sfida così le convenzioni tradizionali affrontando la tematica familiare con un approccio alla genitorialità e all’affetto visto attraverso l’ottica della dinamica queer.
Nel libro si esplorano tematiche sociali molto presenti nel dibattito contemporaneo, come la gestazione per altre persone, e suggerisce un nuovo modello culturale basato su scelte consapevoli anziché sui legami di sangue. Esaminando le molteplici sfaccettature degli affetti umani, Murgia evidenzia come l’apertura verso gli altri possa arricchire e amplificare l’amore, aprendo a una visione più ampia e inclusiva delle relazioni umane.
Francesco di Nuzzo