L’autrice vincitrice del Premio Costa Smeralda 2023 per la Saggistica ci racconta com’è nato questo libro. Un viaggio alla scoperta dell’uomo e delle sue contraddizioni
Teresa Cremisi con Cronache da un disordine (La Nave di Teseo) si è aggiudicata il Premio Costa Smeralda nella sezione saggistica. Un testo che nasce dalla rubrica «Ma tasse de café» pubblicata nella rivista Journal du Dimanche, e che le ha permesso di dialogare con il lettore su vari fronti, dall’ambiente al politicamente corretto.
Come descriverebbe il suo ultimo libro?
«Cronache da un disordine è un’espressione educata per dire caos, anche se può essere definito come un punto di vista di un inviato speciale. È stato il risultato del viaggio di un reporter in un mondo che fa fatica a essere decifrato o interpretato. Per questo il libro cerca di riportare dei frammenti di attualità e li mette l’uno accanto all’altro senza che ci sia una chiave di lettura comune».
Ecco a tal proposito, che tipo di società ha trovato?
«Un mondo estremamente variegato. Molte cose danno l’impressione di essere incompatibili e non sembrano avere nulla in comune. Me se prese insieme è il risultato di ciò che ho osservato nella veste di inviato speciale. Racconto, rido, critico. Sono tutte sensazioni che fanno di questo libro una specie di caleidoscopio di emozioni».
Quant’è difficile tradurre in parole il presente?
«È tremendo. Scrivere tutte le settimane un pezzo è veramente uno sport per la mente che consuma tutte le tue energie. Sapendo di avere una gran libertà mi sono imposta di cambiare stile, passando da storie dolci a quelle più amare, dal saggio al racconto. Eppure capita molto spesso di andare nel panico. Insomma, non è per niente facile».
Ciò che emerge del libro è il fatto che sia un racconto sincero, senza filtri.
«Non è nella mia natura fare del moralismo. Ho sempre cercato di tenere gli occhi aperti su tutto ciò che accade attorno a me, anche è complesso mantenere la giusta distanza. Dal racconto traspare anche il carattere di chi scrive. Forse non i suoi difetti o le sue qualità ma è un po’ lo specchio di ciò che sono veramente».
Com’è cambiato l’uomo dalla mitologia greca all’era di Elon Musk e Greta Thunberg?
«A mio avviso non si sono viste grosse trasformazioni. L’uomo è sempre lo stesso. A cambiare sono le condizioni dettate dalla società moderna ossessionata dalla velocità. Non mi stupisce, quindi, il disorientamento generale. Ma di fronte a questa nostra inadeguatezza c’è chi reagisce in maniera diversa. Ride, e sopratutto affronta la vita con leggerezza».
E lei da che parte sta?
«Io faccio parte di quelli che ridono. È sempre meglio non prenderla mai sul tragico».
Riccardo Lo Re