L’ultimo intervento della scrittrice per la rubrica Animali da cortile presenta un piccolo invito alla riflessione sul ruolo delle ossa e della loro presenza in ambito letterario
Cos’è che ci sostiene sempre ma che non riusciamo mai a vedere? Le ossa, ovviamente! E sono proprio le ossa a essere le protagoniste dell’ultimo intervento per la rubrica Animali da Cortile della scrittrice Chiara Valerio pubblicato sulle pagine di D., l’inserto settimanale del quotidiano La Repubblica. Nell’articolo, la giudice del Premio Costa Smeralda ha esaminato il tema delle ossa nella letteratura, evidenziando come tali elementi siano spesso presenti nel nostro ambiente senza che ne siamo consapevoli, proprio come gli animali, e offrendo anche alcuni spunti di riflessione sul loro significato nelle opere esaminate. Un piccolo invito a tutti i lettori per riflettere sul fatto che le ossa non rappresentano solo il nostro passato su cui camminiamo, ma anche il presente e il futuro.
Ossa letterarie
Nel suo articolo, Chiara Valerio esamina il significato simbolico di diverse ossa celebri nella letteratura. Si parte con il femore rinvenuto nello stagno di Pointz Hall, un punto chiave nel romanzo postumo di Virginia Woolf, Tra un atto e l’altro. Quest’osso diventa oggetto di congetture da parte dei protagonisti della narrazione. La scrittrice prosegue menzionando un passaggio de La pelle di Curzio Malaparte, dove durante un pasto viene scoperta una mano umana nel cous cous servito. Nonostante il disgusto provato, Malaparte – personaggio principale del suo stesso romanzo – decide con compostezza di continuare a mangiare.
La giudice del Premio Costa Smeralda ha poi fatto riferimento al primo racconto della raccolta I pericoli di fumare a letto della scrittrice argentina Mariana Enriquez, che narra di una donna che trova in casa una bambina verde, priva di integrità nella carne e intenzionata a recuperare le sue ossa sepolte nella dimora in cui era deceduta. L’autrice conclude menzionando un passaggio del libro Althenopis di Fabrizia Ramondino, dove si parla di giochi infantili con le ossa al cimitero, collegandole a materie scolastiche legate alla conoscenza e al passato, come la storia e la geometria.
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Francesco di Nuzzo