I bookbar sono ormai una realtà consolidata in Italia, dove il libro non è un semplice corredo, ma diventa parte integrante dell’esperienza
«Mi dia un caffè! E, già che ci siamo, quel romanzo giallo che si trova su quello scaffale». Chi ci è passato almeno una volta avrà avuto il piacere di sentire queste due frasi legate da una congiunzione semplice che invece non lo è affatto. Uno che entra in un bar sa di avere il tempo contato per quanto è contenuto. Ma nei bookbar la sensazione è notevolmente diversa. Spazi estesi, il chiacchiericcio della gente che racconta come è andata la giornata, il rumore delle pagine che scorrono con le dita del lettore. Il tempo in questo caso si ferma, o meglio dà una tregua a chi ha scelto di entrare in un “bar libreria”. E il bello è che tutto questo non è frutto dell’iniziativa di pochi imprenditori, bensì è una realtà consolidata anche in Italia. Chi pensa che in questi posti il libro sia un semplice a corredo si sbaglia, perché la gente ci entra proprio per vedere quali sono le ultime novità.
Certo, alcuni bookbar spiccano per la loro eleganza legata agli arredi, per il calore e la cortesia di chi ti serve al tavolo la colazione oppure un aperitivo con il sole ormai tramontato. Questo però arriva dopo aver realizzato di essere davanti a un’esperienza unica e piacevole, circondati dai classici di ieri e dai best seller di oggi. La cultura non è un elemento che si consuma come un caffè, ma è qualcosa che si inspira insieme alla vita delle persone, con la loro storia e con un percorso ancora tutto da scrivere come in un romanzo. Il libro da questo punto di vista è ciò che rende possibile questi incontri. A volte sono fugaci, ma ci sono occasioni in cui il bookbar si trasforma in una piazza per ascoltare nuovi autori che vengono apposta per presentare le loro opere oppure per parlare di letteratura. Insomma, il dibattito qui si fa sorseggiando bevande calde. E la casa, o il lavoro, possono aspettare.
Riccardo Lo Re