La rubrica bisettimanale della giudice del Premio Costa Smeralda esplora l’impatto dell’uomo sull’ecosistema e il nostro rapporto con la natura
Cos’hanno in comune le lamprede e gli esseri umani? Ce lo spiega Chiara Valerio, scrittrice e giudice del Premio Costa Smeralda, con la sua nuova rubrica di approfondimento Animali da Cortile, pubblicata dal 16 settembre ogni due settimane sulle pagine di D. – La Repubblica delle donne, l’inserto del quotidiano La Repubblica dedicato a temi di attualità, società, cultura e moda. È possibile leggere l’articolo completo sul sito del quotidiano.

Uomini e Lamprede
Nel suo intervento l’autrice riflette sul fatto che diverse specie di animali acquatici – come le lamprede e gli squali – sono diventate più aggressive nei confronti dell’uomo, un comportamento che sembra essere influenzato dall’inquinamento dell’acqua. L’articolo si sofferma proprio su quest’ultimo tema, suggerendo come l’impatto dell’uomo sull’ambiente possa avere effetti nocivi non solo sugli animali, ma anche sulla vegetazione acquatica. La scrittrice specula sul fatto che le alghe possano in qualche modo influenzare gli animali attraverso sostanze psicotrope – proprio come accade anche agli esseri umani – e riflette sulle piante come specchio della nostra società e sulla possibilità che queste possano “vendicarsi” in risposta alle azioni umane, suggerendo che la natura sia più reattiva di quanto possiamo immaginare.
Come le lamprede succhiano la vita attaccandosi ad altri animali per sopravvivere, così noi deprediamo il nostro pianeta non curanti – fino ad adesso – delle conseguenze. Il legame tra questa aggressività umana – ovvero le nostre azioni a danno dell’ecosistema – verso l’ambiente e la reazione di quest’ultimo può essere interpretato come una strategia di adattamento dell’ecosistema di fronte alla minaccia causata dall’azione antropica, come suggerisce l’analisi di Chiara Valerio. E in questa lotta per la sopravvivenza, la natura continua a contrattaccare in modi che forse non siamo ancora in grado di comprendere appieno.
Francesco di Nuzzo