La scrittrice vincitrice del Premio Costa Smeralda ha parlato della tragedia che sta colpendo la Spagna in un’intervista a La Stampa
In Spagna ciò che è appena accaduto prende il nome di Dana. Una depressione isolata ad alta quota determinato dall’aumento della temperatura nel Mediterraneo. Ciò ha provocato delle forti precipitazioni su tutta la zona di Valencia dove in 8 ore sono caduti 490mm di acqua, di cui 343mm in appena 4 ore. La pioggia di un intero anno ha colpito una comunità intera con il bilancio delle vittime dell’alluvione che si attesta intorno alle 95 persone.
La scrittrice Alicia Giménez-Bartlett, vincitrice del Premio Costa Smeralda, è intervenuta in un’intervista pubblicata su La Stampa. «Qui ormai siamo davanti solo a fenomeni estremi, o lunghi periodi senza pioggia o precipitazioni violentissime» commenta l’autrice che ricora con precisione l’alluvione del 1957 a Valencia: «Era l’anno della cosiddetta “Gran riada de Valencia”, quando il fiume Turia uscì dagli argini. Non è la prima volta che succedono cose così terribili, ma sembravano immagini lontane. Allora ci furono circa 300 morti e invece eccoci qui, di nuovo a contare le vittime. Sono veramente desolata, è una terra bellissima ma dove periodicamente i fiumi si ribellano».
La scrittrice, conosciuta per i suoi romanzi polizieschi con protagonista l’ispettrice di polizia Petra Delicado, alla domanda se c’è anche una responsabilità politica non ha dubbi. Ciò che sta avvenendo in Spagna e in tutta Europa deve portare a delle scelte concrete in materia ambientale. «Qui governano i popolari con Vox, un partito apertamente negazionista. Se non fosse una tragedia per tutti, sembrerebbe che la giustizia divina e la natura si stanno ribellando non soltanto alle opere dell’uomo ma anche a quelli che negano i cambiamenti climatici. Chi non vuole accettare le verità scientifiche adesso ha le prove sotto casa», conclude Alicia Giménez-Bartlett.
Riccardo Lo Re